lunedì 25 aprile 2011

Le donne al sepolcro






Beato Angelico




E, partite subito dal sepolcro,


con timore e gioia grande,


corsero ad annunciare ai suoi discepoli.


9 Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo:


Rallegratevi!


Ora esse, avvicinatesi, strinsero i suoi piedi


e lo adorarono.


10 Allora dice loro Gesù:


Non temete!


Andate ad annunciare ai miei fratelli


che partano per la Galilea,


e là mi vedranno.


11 Ora, mentre esse partivano,


ecco alcuni della guardia, andati in città,


annunciarono ai sommi sacerdoti


tutte le cose accadute.


12 E, riunitisi con gli anziani e tenuto consiglio,


diedero ai soldati parecchie monete d’argento,


13 dicendo:


Dite che i suoi discepoli, venuti di notte,


lo rubarono, mentre noi dormivamo.


14 E se questa cosa fosse per caso udita dal governatore,


noi [lo] convinceremo


e vi lasceremo senza preoccupazioni.


15 Ora essi, prese le monete d’argento,


fecero come erano stati ammaestrati.


E si diffuse questa parola presso i giudei fino al giorno d’oggi.

(Mt. 28,8-15)

venerdì 22 aprile 2011

Venerdì Santo


Con la preghiera e il digiuno ricordiamo la Passione e la Morte in Croce di Gesù. Volgiamo il pensiero anche alla Madre e al suo grande dolore.


 


mercoledì 20 aprile 2011

Il Mattutino


Ho riletto un articolo di Gianfranco Ravasi. Essendo io stata una maestra per professione mi sono sentita coinvolta.






CEDRI E PALME



Ci sono maestri-cedro e maestri-palma. I primi levano verso il cielo i loro rami irraggiungibili, carichi di frutti. I secondi, invece, hanno i datteri già nei loro rami bassi e anche chi è piccolo può afferrarli e gustarli. È interessante notare che la Bibbia ha scelto spesso simboli vegetali per raffigurare la sapienza; anzi, un saggio come il Siracide arriva al punto di compararla a un parco o a un giardino botanico con una quindicina di alberi odorosi o fruttiferi (24, 13-17) e in bocca alla sapienza personificata mette questo invito: «Avvicinatevi a me e saziatevi dei miei frutti» (24,19). 





A questo punto acquista tutto il suo significato l'aforisma orientale che sopra ho evocato. Nella vita, infatti, abbiamo incontrato certamente persone colte ma arroganti, capaci di far cadere dall'alto la loro conoscenza così che qualche frammento potesse essere raccolto anche dai semplici che esse guardavano con distacco dal trono della loro intelligenza. Sono appunto i maestri-cedro, monumentali e sontuosi come quelle piante, pronti a ripetere la frase sprezzante dei farisei del Vangelo di Giovanni: «Questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta» (7,49). 





Ma per fortuna ci sono i maestri-palma: io per primo confesso di averne avuti tanti, dal liceo all'università. Le cose principali che so - nonostante il molto studio che poi ho fatto personalmente - le devo a loro. Ed è per questo che noi siamo capaci di vedere più lontano, perché siamo nani sulle spalle di giganti, come si diceva nel Medio Evo. Si è maestri-palma perché non si insegna solo quello che si sa, ma anche quello che si è. È proprio qui la differenza tra l'intelligente e il vero sapiente e maestro.



 




giovedì 14 aprile 2011

Grazie




Amo le preghiere della sera, sia quelle liturgiche che quelle frutto della fede individuale. La sera è il momento per me più opportuno per volgere il pensiero a Dio, alla Vergine, ai Santi e ai miei Defunti. Ora ho letto questa: mi è piaciuta molto e voglio condividerla con chi passa di qui. Buona notte.


Per questo giorno, grazie



Mio Dio, che hai creato l'universo e i cieli, 

tu rivesti il giorno

dello scoppio della luce

e la notte della dolcezza del sonno.

Ti rendo grazie per questo giorno,

lo faccio ora, al calar della sera.

Dal fondo del cuore, ti ringrazio; 

ti amo del più puro amore 

e adoro la tua grandezza.

Le ore della notte allontanano 

la chiarezza del giorno, 

ma la fede non ha tenebre 

e la notte ne è illuminata.

Fa' che la mia anima vegli sempre 

senza conoscere il peccato. 

La fede custodirà il mio riposo 

da tutti i pericoli della notte. 

Sii tu il costante riposo 

del mio cuore.

Non lasciare che l'astuzia del maligno 

ne turbi la dolcezza.

Il riposo ristora le membra sfinite 

e mi prepara, nuovo, al giorno; 

consola il cuore affaticato 

e dissolve l'angoscia dei pensieri. 

Per questo, prego il Cristo 

e il Padre e lo Spirito Santo.




Inno dei primi secoli
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