martedì 29 aprile 2008

Inferno e Paradiso

Lago Maggiore


C’è un’antica fiaba orientale che ben descrive
la differenza tra Inferno e Paradiso....



















“L’inferno è una sala da pranzo ricchissima, con una tavola imbandita di tutto punto con moltissime e prelibate vivande. I commensali per prendere i cibi dispongono di posate enormi, ma la grandezza di queste posate impedisce di fatto di portare alla bocca quanto c’è nei piatti, perché ognuno urta con i propri gomiti quelli degli altri e vive così dell’infelicità di vedere tanto ben di Dio senza poterne godere.


Anche il Paradiso è una sala da pranzo con tanti commensali riuniti intorno a gustosissimi piatti preparati per l’occasione. Anche questi hanno a disposizione posate enormi, ma per gustare le vivande hanno imparato ad aiutarsi l’un l’altro, ognuno porgendo il cibo a chi sta di fronte e lasciandosi imboccare a loro volta da chi il Signore ha disposto gli si sedesse di fronte”.






  Le fiabe, si sa, esprimono la saggezza dei popoli ed esortano ciascuno di noi a riportare nel proprio quotidiano quella “sapienza”.


  La morale di questa favola è presto detta: per noi cristiani il motivo della gioia sta nella consapevolezza di essere al contempo beneficiari e strumenti della Provvidenza divina.














venerdì 25 aprile 2008

Il mio incontro con l' enigma (La Stampa)

Padre PioPadre Pio: un frate malato di protagonismo o un isterico imitatore di Francesco d’Assisi straziato dalle piaghe di Gesù? Oppure talpa del Sacro venuta dal buio medievale per rivelarne la nascosta luce? Certamente questo amarcord del Vecchio Cronista sull’incontro ch’ebbe (giovanissimo) con Padre Pio da Pietrelcina il 10 di febbraio del 1949 non presume di suggerir risposta ai tanti interrogativi così sintetizzati. E però quell’incontro lontano ma presente nel mio presente, forse, dico, quell’incontro può, oggi, valere da testimonianza. Di un laico.


Nevicava furiosamente, a San Giovanni Rotondo. Dopo un’ora di marcia nella tormenta irruppi sfinito nella sacrestia del convento trovandomi a mezzo metro dal frate in lieta chiacchiera coi fedeli. «E tu che vuoi?», chiese intrigato. Parlarle a tu per tu, dissi, sollevando un coro di proteste mentre il frate guadagnava la clausura. A un passo dall’uscio fece dietrofront, m’afferrò per un braccio e via con lui. «Tu che vuoi da me, tu si ’nu giornalista, nevvero?, io con voi non ci parlo, mi inguaiate scrivendo che faccio miracoli. Il tempo dei miracoli passò». E poiché, confuso, tacevo: «Tu che vuoi da me?», disse. Non lo so, padre. Avevo preparato molte domande, non ne ricordo una. Poi, maldestramente:... e le ferite, le fanno male?, dissi. «Figlio mio, perché mi chiedi questo?», sussurrò pallido. Un silenzio breve e, poi: «Inginocchiati che ti benedico... Giustappunto, come va con la fede?». Non lo so, padre, va e viene, non lo so, ecco, dissi.

Ora sono in ginocchio e la sua mano carezza la mia spalla. La stringo piano e incredulo, quasi inorridito, sento il pollice affondare nel palmo della mano del frate. Violenta una vertigine subitanea mi stravolge ma è un attimo, per fortuna. «Felice viaggio di vita, guagliò e tieni a mente che certum est quia impossibile: attaccate a ’sta zattera e camminerai sereno. E adesso sciò, vattenne». La sua cella ha il numero 5. Sull’architrave è scritto «la gloria terrena ha per compagna la tristezza»
.

                                                 IGOR MAN

mercoledì 23 aprile 2008

Le camelie dell' Isola Madre


L' Isola Madre, per chi non la conoscesse, è una delle tre isole del Lago Maggiore .  In essa sorge un importante palazzo di proprietà della famiglia Borromeo ,  circondato da un immenso giardino .  Di  particolare rilevanza è la fioritura delle camelie.

Camelie 2Camelia rosaCamelia biancaCamelia variegata

venerdì 18 aprile 2008

Che io sia, che tu sia....

logostaino

Congiuntivi


 


“La gioventù rifiuta i congiuntivi.”


Qualcuno ha detto: -Sono vecchi-


Dopo averli tanto usati,


anche i verbi se ne vanno,


spazzati via, ormai secchi.


 


I sostantivi bastano.


Concessi articoli e aggettivi,


 qualche preposizione


ad evitar che insorga


un po’ di confusione.


 


Cambia il modo di fare,


di scrivere, comunicare.


I sentimenti restano


uguali come sempre.


I ragazzi amano, soffrono,


ridono allegramente.



E a me che cosa resta?


L’uso del congiuntivo,


la frase ben forbita,


il cuore un poco a pezzi,


 


l’amore per la vita.




Censorina




mercoledì 16 aprile 2008

Salmo 66

Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
fra tutte le genti la tua salvezza.

Esultino le genti e si rallegrino,
perché giudichi i popoli con giustizia,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio, il nostro Dio,
e lo temano tutti i confini della terra.




da una amica ricevo e trasmetto:


ti scrivo per farti partecipe di una raccolta di soldini che stiamo facendo nella mia zona, per un bambino che deve essere curato in Florida.. se mi fai la cortesia di divulgare il blog..ti ringrazio con tutto il cuore, da parte mia e dei genitori del bambino che conosco personalmente..
grazie
franca
www.fabullo.it

lunedì 14 aprile 2008

Seggio elettorale


scriverePer la maggior parte degli elettori il seggio elettorale è un posto, in genere una scuola, in cui si va pensando a quello che si deve fare, a non sbagliare seguendo diligentemente le istruzioni ricevute, compresa quella nuova di non portare con sè il cellulare.
Per me non è stato questo (o almeno non solo)
                  Nell' ingresso portaombrelli in fila, sopra ognuno una scritta: classe I, classe II e così via. Cartelloni alle pareti con bellissimi disegni e collages che nessuno si fermava ad osservare. Molta gente saliva le scale, ma il luogo mi sembrò stranamente vuoto.
                   Mancava qualcosa che mai dimenticherò: il vociare allegro, talvolta assordante, dei bambini nel corridoio, il saluto delle colleghe, il sorriso delle bidelle.
 

                   La scuola trasformata in luogo di elezioni mi ha sempre fatto uno strano effetto, come se qualcuno ne avesse estromesso i legittimi utenti e usurpato i loro diritti.
                   Nell' aula i banchi non più al loro posto, occupati da persone adulte che faticano a starvi composte; i cartelloni scomparsi, la lavagna perfettamente pulita, alla cattedra non la maestra, ma un signore occupato a consegnare schede e matite.

                  Già..devo votare, quasi quasi me ne sono scordata... Mi piacerebbe mandar via quelle persone, rimettere tutto in ordine, far salire i bambini in fila per due cercando di zittirli, farli entrare in classe e sedermi a quello che era il mio posto.
              Un groppo cerca di salire alla gola, una strana nostalgia si fa sentire....
                   Un direttore una volta mi disse che i banchi e la lavagna trasmettono una malattia dalla quale non si guarisce mai.


 


venerdì 11 aprile 2008

una pillola per lo spirito

IL VIAGGIO

Padre, tu non sei un Dio frenetico:
non ti lasci prendere dall’agitazione
di chi è in perenne lotta con il tempo.


 
Regala qualche sosta al tuo popolo
perché si fermi sotto la tua «nube »
per riassaporare, nella gratitudine,


la freschezza della tua ombra
e ritrovare l’agilità di un buon passo
sulla strada che ancora ci resta da fare.


 
Nella tua tenerezza, tu non sei avaro
di ristoro e di pace per quanti ami.


 
Quando ci fermiamo per pigrizia,
per incapacità o per colpa, la tua nube
sosti sul nostro capo e resti con noi
finché ci rialziamo di nuovo.


 
Mandaci la brezza leggera dello Spirito,
che offre suggerimenti interiori
produce mentalità senza ricorrere alla forza
e spinge al cambio senza creare traumi.


Tonino Bello

giovedì 10 aprile 2008

Occhi velati

.


...poi un giorno
il dolore riesplode
come un masso
che opprime
e non scioglie,
giunge agli occhi..
 indietro ritorna:
un rifiuto è la loro
risposta.

Prepotente ritorna
all' attacco:
"No, le lacrime
non regaliamo,
uno sguardo velato
soltanto"

Censorina





lunedì 7 aprile 2008

Barzelletta? No, realtà.

La mamma: " Finalmente questa notte ho dormito come un sasso".

La bambina: " Anch' io mamma"

Il fratellino: "Perchè? I sassi dormono?"

mercoledì 2 aprile 2008

2 Aprile 2005-GIOVANNI PAOLO II è tornato alla casa del Padre

3aprilemini
" Non abbiate paura. Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo! "
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